Stefano Odoardi, pluripremiato filmmaker
e artista, abruzzese di nascita ma europeo
per esperienze e vocazione (ha scelto
Amsterdam come sua città d’adozione) ha
dell’arte una visione globale e insolita.
Una visione che si manifesta non solo con il suo
cinema ma anche con i suoi dipinti e taccuini.
Tutto parte da qui, da questi piccoli,
inseparabili compagni di un viaggio che
è al tempo stesso umano e psichico.
Ogni taccuino, ogni dipinto, e in particolare
quelli relativi al progetto Mancanza,
nasconde, segni, tratti, visioni, tracce di
un linguaggio segreto e misterioso, in
massima parte in bianco nero, che la tecnica
dell’acquerello rende ancora più impalpabili.
Parte da qui un’esperienza di comunicazione
globale che è ora cinema, ora musica,
ora, grazie al connubio con il design
di Stefania Tieri, anche oggetto.
Il cinema di Stefano Odoardi ha una costante
attenzione per gli aspetti linguistici, ben
evidenziati nella trilogia in corso di realizzazione
dal titolo Mancanza, che ha la curiosa
particolarità di non essere guidato da una
sceneggiatura, di autogenerarsi, partendo
proprio dagli acquerelli informali e di cercare
il legame sottile e indefinito tra il vuoto del
segno e la completezza dell’immagine filmica.
I suoi acquerelli, così come il suo cinema,
invitano dunque a crearsi un percorso
individuale che connetta punti apparentemente
disgiunti, suggerendo un’esperienza visiva
insolita, fatta non solo di pura osservazione
ma di consapevole o, in modo ancor più
affascinante, inconsapevole, partecipazione.